martedì 23 marzo 2010
CONTRO I DUE POLI LIBERALCAPITALISTI!
«Verona marginale in Veneto? No, è stata sacrificata all'altare leghista». Paolo Caratossidis lancia da destra la sfida al Carroccio di Zaia, «che ha preso il posto di Tosi e continuerà a tenere in piedi un sistema che ha governato la Regione per 15 anni, insieme a Galan, e non cambierà. La Lega è la nuova Dc. Non è cambiato nulla». Padovano, 33 anni, laureato in scienze politiche con indirizzo economico, Caratossidis è candidato alla presidenza della Regione per Forza Nuova, di cui è coordinatore nazionale.
Qual è la vostra ricetta contro la crisi?
Misure di protezione estreme per i nostri prodotti manifatturieri, contro l'invasione dei giganti asiatici. Non si può competere con chi ha un costo del lavoro così basso rispetto al nostro.
Favorevole all'alta velocità ferroviaria in Veneto?
No. Facciamo funzionare bene piuttosto i treni regionali, che in anche in Veneto sono a livelli da Paesi afroamericani. Noi siamo contrari anche al Mose, alle grandi opere costruite con il project financing, con cui si privatizzano di fatto infrastrutture già pagate dai cittadini, come le tangenziali, che poi vanno a pedaggio.
Forza Nuova sempre in corsa isolata. Perché?
Sì, in questo sistema sì. Da una parte c'è Berlusconi e dall'altra la sinistra, con il Pd, che però qui in Veneto raccoglie solo le briciole.
Sì o no al nucleare?
Siamo contrari. Ma questo tema è emblematico della linea contraddittoria della Lega. A Roma vota il decreto per individuare cinque siti, anche in Veneto, dove potrebbero essere costruite centrali. Ma poi qui in Veneto Zaia dice che non si tiene conto del federalismo e non le vuole. E Calderoli gli ha tirato le orecchie. La verità è che la Lega è il partito più romano che ci sia.
Che cosa farebbe subito se venisse eletto presidente della Regione?
Prenderei i bilanci della Regione degli ultimi cinque anni e li analizzerei con il microscopio, per controllare tutte le spese compiute, distinguendo le utili dalle inutili. Poi farei dimezzare gli stipendi agli assessori, ai consiglieri e ai dirigenti regionali. Non è possibile guadagnare cifre così elevate quando 150mila veneti hanno perso il lavoro. Poi istituirei un fondo speciale per chi ha finito la cassa integrazione.
Sempre contro l'immigrazione?
Sì. È insostenibile, ora, perché non c'è lavoro neanche per gli italiani.
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